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Un’importante e sorprendente vittoria per il turismo italiano! Il Paese ha appena conseguito un traguardo non da poco: è infatti riuscita ad entrare nella top 10 della classifica del Travel & Tourism Development Index 2024 stilata dal Forum Economico Mondiale, posizionandosi al nono posto. 

Che cosa significa questo segnale di luce per l’Italia e su cosa c’è ancora da lavorare? Vediamolo insieme attraverso un’indagine più approfondita.

Cosa significa il nono posto dell''Italia nella classifica del Travel & Tourism Development Index 2024?

Questo ranking, che valuta lo sviluppo sostenibile e resiliente del settore viaggi e turismo a livello globale, riflette un contributo significativo operato dall’Italia attraverso il turismo al PIL mondiale, pari al 3% del totale: un valore superiore ai 3,3 trilioni di dollari. Un dato il cui valore saprà certamente orientarci nelle prossime considerazioni. Ma in quale contesto va collocato?

La revoca delle restrizioni legate al Covid aveva riportato i livelli di turismo ai numeri pre-pandemia già nel 2023 e le previsioni per il 2024 hanno sempre teorizzato una crescita continua. Tuttavia, l’Italia si trova ad affrontare diverse sfide, sia globali (come l’inflazione e i conflitti nell’Est Europa e Medio Oriente), sia locali (tra cui i tassi d’interesse e il livello delle infrastrutture turistiche e dei servizi). Quali di questi aspetti si sono dimostrati più incisivi nel suo posizionamento in classifica?

Che cos'è il Travel & Tourism Development Index

Il Travel & Tourism Development Index 2024 è, come suggerisce il nome, un indice che valuta l’incisività e la qualità del settore turistico di una nazione basandosi su 102 indicatori raggruppati in cinque criteri principali: ambiente favorevole, politiche per il settore, infrastrutture e servizi, risorse, e sostenibilità. Analizzando le specifiche di questi criteri possiamo chiaramente rintracciare quali siano, tra questi, i punti di forza e di debolezza dell’Italia nel settore viaggi ed accoglienza.

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I punti di forza

  1. Risorse culturali: Questo criterio valuta non solo la disponibilità di siti archeologici e strutture storiche, ma anche la loro promozione e sviluppo. Certamente questa categoria è tanto la punta di diamante dell’Italia quanto il suo imbattibile zoccolo duro: a dimostrarlo è il punteggio di 6,74 in questa categoria, il più alto al mondo, spalleggiato solo da quelli di Giappone (6,71) e Spagna (6,64). 
  2. Servizi sanitari e igiene: L’Italia ha ottenuto in questo bucket un buon punteggio di 5,88. Il numero riflette un sistema sanitario efficiente e alti standard di igiene, aspetti fondamentali per attrarre e mantenere i turisti.
  3. Preparazione in information & technology: Con 5,85 tirreni il Paese ha dimostrato un’ottima preparazione tecnologica, essenziale per il moderno settore turistico; ciò significa che sono ricercate e adoperate a dovere sempre più soluzioni digitali per migliorare l’esperienza dei visitatori.

I punti di debolezza

  1. Competitività di prezzo: L’Italia ha invece dimostrato una debolezza significativa in questo ambito; il punteggio scende a 3,15. Costi alti e non competitivi rispetto ad altri paesi inducono i turisti ad orientarsi verso altre mete, disincentivando il potenziale attrattivo delle bellezze italiane. Questo certamente apre un primo punto di riflessione su una possibile azione futura.
  2. Impatto socioeconomico del turismo: Il contributo del turismo all’economia, ai salari e alla parità salariale di genere è stato valutato con un punteggio di 3,46. Sicuramente un punto dolente che dovrebbe portare ad una riflessione su come è possibile ampliare il raggio d’impatto di questo settore.
  3. Sostenibilità della domanda: Con un punteggio di 3,53, l’Italia deve affrontare il rischio di sovraffollamento turistico e altre problematiche legate alla sostenibilità. Sebbene questo punteggio sia superiore alla media dell’Europa del Sud (3,26), c’è ancora spazio per migliorare la gestione sostenibile del flusso di persone che visitano l’Italia.

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