Gli ultimi due anni hanno significato per la Liguria (e per il suo capoluogo in particolare, Genova) un trionfo nell’ambito del settore turistico, con cifre degne di nota nel corso dell’intero anno. La crescita nel numero di visitatori non è stata, ad ogni modo, uniforme e presenta dunque delle complessità degne di analisi. L’incremento maggiore può infatti essere osservato nei mesi della tarda stagione invernale e in primavera: ciò significa che la strategia del governo di concentrarsi sulla diversificazione delle proposte al fine di attrarre il pubblico al di fuori della finestra temporale estiva, per un periodo più lungo e distribuendo più efficacemente il flusso, si è dimostrata vincente. Tuttavia, non si può non considerare le difficoltà incontrate da strutture recettive quali hotel a causa della diffusione non regolamentata degli affitti a breve termine, operati ad esempio attraverso Airbnb. La situazione è forse sul crinale di una svolta, poiché si ritiene che a breve possa essere introdotta una nuova regolamentazione volta a limitare le prenotazioni di questi appartamenti ai fine settimana e ad un minimo di due notti consecutive, nell’ottica di favorire la ricettività alberghiera (come hanno tentato di fare anche altre autorità locali a livello europeo).
L’Osservatorio Turistico Regionale della Liguria ha presentato un report con le specificità dell’ultimo anno. Nel 2022 Genova aveva sbaragliato ogni record, accogliendo oltre 2 milioni di turisti; i primi sette mesi del 2023 hanno proseguito sulla stessa rotta, riscontrando un flusso di ben 1.3 milioni di persone (l’11% in più rispetto allo stesso time-frame dell’anno precedente). Spostandoci dal capoluogo al resto della regione per avere una visione più d’insieme, scopriamo che i numeri cumulativi sono aumentati del 3,65% (ben 12 milioni di visitatori) nel periodo da gennaio a luglio: le province più performanti in termini di ospitalità sono state La Spezia (con un aumento del 6%), Genova (5,98%) ed Imperia (5%), mentre Savona ha riscontrato una diminuzione del 0.1%.
L’analisi dei riscontri estivi ha dunque restituito un quadro promettente, nonostante le impennate siano state più moderate tra giugno e luglio. La scia dei 74.000 villeggiatori di agosto si è protratta per la prima metà di settembre, con un’aggiunta di 115.600 viaggiatori. Questi dati devono le loro cifre stellari all’arrivo di grandi quantità di turisti dall’estero, tanto da paesi europei che extra-europei, mentre a livello nazionale è stato registrato un declino dell’1,4% a causa dell’inflazione, che ha provocato un notevole incremento dei prezzi.
Il governatore Giovanni Toti ha commentato questi segnali positivi, rallegrandosi del fatto che la stagione turistica si stia estendendo sempre più dall’estate all’autunno e alla primavera, con risultati più che soddisfacenti. Tutto ciò dimostra che il panorama culturale della regione si sta evolvendo in direzione di una maggior attrattiva esercitata soprattutto nei confronti di un’audience globale: sta insomma divenendo una destinazione interessante e ricercata sull’intero mappamondo.
Osservando più da vicino la composizione della massa turistica, troviamo tra i primi posti la costante conferma di Germania e Francia (+7,82% e +7,06% rispettivamente), con 797.000 persone nel complesso. Ma ad avere il più elevato impatto sono gli Americani, con un vertiginoso aumento del 28,74%: dai 288.000 turisti giunti nel 2022, siamo arrivati ai 371.000: l’evidenza più netta del fascino globale esercitato dalla regione perfino sui vacanzieri oltre-oceano. Infine, si aggiungono alla lista di esploratori gli Australiani, duplicando il loro numero di visitatori.